sabato 3 gennaio 2015

Yoga maya e l'estetica spirituale

Yoga maya e l'estetica spirituale





Il devoto onora tutti coloro che promanano da shri Krishna, inclusa l'energia di Yoga -maya. Il buddhismo nella sua accezione impersonale sostiene il dovere di "combattere contro" i veli illusori; i vaishnava si inchinano ad essi, poiché idee magistrali del Signore supremo, impersonati da shrimati Subhadra.
Chi ama l'Essere supremo Ne prende i tratti qualitativi, come la perseveranza, la pace , l'intelligenza, la completezza, in tutto, anche nel vestire. La ragione per cui ci si veste, nel Mondo spirituale, è basata sulla completezza di shri Krishna, nel Cui Reame non è mai né troppo caldo, né troppo freddo, bensì tutto è perfetto.
Shri Krishna Caitania, immedesimandoSi in shrimati Radharani, ne prende il colore dorato, Gauranga. Shrimati Radharani, prendendo rifugio in shri Krishna, Ne prende l'abito blu dell'autorità di Lui, abito, purna, completo come shri Krishna è. Se neanche i piedi di shrimati Radharani devono essere visti, è insensato esporre le braccia, i capelli e la pancia di shrimati Radharani, solo perché nell'India di Kali yuga la plenarietà della comprensione vedica si riduce. Lo stile kangra è stato lo stile dei prakrita sahaja sin da quando questi cominciarono i rilievi in cornice sul Gita Govinda di Jayadeva goswami, e lo stile Moghul è lo stile dei mongoli nelle orde devastatrici al seguito di Tamerlano, certo non così autorevoli, nella fase in cui inventarono i loro criteri raffigurativi, per un servizio intimo come quello di rappresentare shri shri Radha e Krishna, Nanda maharaja, madre Yashoda, o i pastorelli compagni eterni di shri Krishna.
L'abito, in sancrito, si chiama: "vasa", e pure l'abitazione si chiama: "vasa". Shrimati Radha abita in shri Krishna, rimembrando, ella, le opere, gli atti, le gesta, di shri Krishna. Come shri Krishna Caitania Si manifesta della tinta dell'oro fuso, nel dialogo tra shri Caitania e Ramananda Raya apprendiamo, nel capitolo ottavo del Madhya-lila della shri Caitania Caritamrita, che shrimati Radharani veste un abito blu, segno di misericordia, almeno fino alla vita; lievemente rosato all'altezza mediana, e chiaro di lume spirituale nella parte alta; tale abito è descritto completo, sia nell'antar vasa, la parte interna, che nel bahir vasa, quella esterna. Il fine di un abito spirituale non è coprire un corpo materiale l'indispensabile, come pensano i ciechi di oggi. Il servizio di un abito spirituale è quello di sottomettersi a shri Krishna totalizzante, come un fiore di loto blu, il kaumudi, ha sempre tutti i petali, è integro, come il mondo spirituale è integro, non ha parti mancanti, non ha le "aperture" delle devastazioni di Kali-yuga. A shrila Prabhupada non piacevano le raffigurazioni materialiste sulla danza rasa e, dalle sue lettere e conversazioni con gli artisti ISKCON, a riguardo, apprendiamo che egli non volesse esposizioni di shri Krishna e dei Suoi devoti "neoindù", bensì inclusive di rispetto e venerazione, attitudini senza le quali noi non possiamo capire né far capire.
Nessun artista ha il diritto di sottrarre brecce al mondo spirituale, per ricavarne finestre, né può avere, l'artista vaishnava, l'attitudine di Duryadhana o Dhushasana. Draupadi conduce una quotidianità riservata, non deve andare a lavorare nelle comuni o tra i Karmi, ha sposato una persona specifica e non tutt'un gruppo, per cui non ha necessità di comparire come una lavoratrice indiana; gli artisti non devono andare nella India di oggi per "vedere", al fine di capire come presentare le Divinità, ma devono ascoltare le disposizioni degli acarya. E' importante l'ascolto dell'acarya, e non lo "studio" di quel che si "vede" a India oramai decaduta.
Nel Nettare della Devozione troviamo come madre Yashoda vestiva shri Krishna; studiamo là. Noteremo che shri Krishna veniva vestito con un dhoti, ed anche con un sopra, ma non era una maglietta gialla con le maniche corte come le t-shirt nordamericane o europee, ma un sopra solenne e regale, che quindi tiene conto della lunghezza della Forma e degli Arti che serve, adornando.
Per cui, nel modello vedico, i tessuti sono naturali, puliti, ahimsa, completi e sufficientemente larghi. I vestiti non devono essere tirati ai ganci sul muro, né avere spille che pungono; devono essere morbidi e di buona misura.


Il vestito di shri Krishna infonde la maestà da Lui, ed il vestito di shrimati Radha o di madre Yashoda infondono, per ragioni tra loro spiritualmente diverse, il raccoglimento in Lui Re dell' integrità, anche con sfumature di religiosità; si, di religiosità, anch'essa inclusa, come il dasya rasa, nelle relazioni di madhurya e di vatsalya.

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