sabato 3 gennaio 2015

La Protezione del Bue


La Protezione del Bue




Inclusa nel medesimo “pacchetto” , la civiltà pastorale ed agricola di tradizione perpetua ospita, da sempre, la protezione del bue, che non può sopravvivere altrove.

Oggi si tende a dissociare fra loro le idee giuste, quindi i vegetariani abortisti tendono a fare delle riserve per bestie da pascolo, come potrebbero essere i pochi buoi muschiati, aggiungendovi dentr anche i lupi e gli orsi, al fine di dire che la legge del più forte è naturale e che quindi se i buoi muschiati o le renne vengono estinti dai predatori ciò era previsto; la legge della lotta sarebbe nella natura, quindi l’uomo non si dovrebbe intromettere per salvare i più vulnerabili.

Di questi sedicenti vegetariani la società non ha bisogno; non è certo la natura feroce che si manifesta sotto la protezione, lei sì naturale, di Krishna.

Siamo in tempi in cui l’animalismo è ostile al dharma in cui si considera il varnashrama come contrapposto alla predica; quest'epoca vuole si fraintenda l’Islam  come contrapposto alla Coscienza di Krishna o al Cristianesimo. Concependo le tradizioni provenienti da rispettivi modi estatici di shri Krishna come se esse fossero aride e morte, i materialisti le relegano in categorie identitarie ciascuna in contrasto con l'altra.

Se la protezione del bue, nell'età della discordia artificiale e dell'ipocrisia, non si afferma,   è per questo.

Qualora tutti lavorassero con i buoi, i padri…umani sarebbero ricercati per tale opera; di conseguenza, i figli sarebbero visti come venuti dalla fortuna; le madri di figli numerosi accudirebbero gli anziani e sarebbe con ciò difficile convincerle a sottostare a datori di lavoro estranei, i quali sarebbero evidenziati, e sanzionati, nella loro empietà.

In tale atmosfera non ci sarebbe spazio per sannyasi, brahmacari, vanaprastha o grihastha invadenti, che in nome del distacco e della disidentificazione, instaurino un’atmosfera impersonalista di colleghi e colleghe, "impegnando" chi non è nel loro ruolo impegnare.

Poiché quest’ultima tendenza al disordine morale si è già consolidata, i dirigenti del movimento internazionale per la coscienza di Krishna difficilmente vorranno una protezione del bue sistematica come detto sopra; avendo discepole direttamente, e non discepoli ciascuno con la moglie al proprio individuale seguito, i maestri di oggi sanno che l’ impegno delle madri, in famiglia a tempo pieno, toglierebbe loro la disponibilità nel far leva sulle loro iniziate.

Ne viene che essi predichino come i figli siano un incatenamento, ed il progresso materialista non necessariamente male; male sarebbe, secondo loro, l’attaccamento alla famiglia, da identificarsi con gli anziani, il marito ed i figli, diventati poco utili. 
Come il bue, non più usato per colpa dei trattori, ha la prospettiva del mattatoio, così il padre di famiglia, disoccupato per il lavoro inopportuno delle madri indotte dagli asura all'aborto, ha la prospettiva di arruolarsi mercenario, nel mercato del lavoro rivolto alla morte.

Sri Krishna, Che passa all’alba con i buoi ed i vitelli, per andare a Govardhana, lascia il bija delricordo di Lui; questa è l’agricoltura.
Questo è un argomento a priori, del quale c’è da parlare molto; altrimenti non si capisce il resto.

L’opuscolo “Il dolce Stilnovo” lo spiega esaurientemente.

Dallo srimad Bhagavatam conosciamo che il bue rappresenta il dharma; sostituendo il dharma con la meccanica si credono le leggi di questa come indipendenti dal dharma.

Nello Srimad –Bhagavatam troviamo le ragioni in proposito; dal primo Canto, capitoli sedici, diciassette e diciotto, dove le tendenze, nel tempo in cui regna Kali –yuga personificato, vengono identificate. Quando la meccanizzazione dell’agricoltura è agli inizi, i brahmana cambiano la denominazione degli abhakta da “karmi” a “ospiti”; quando l’esautorazione del bue dal suo ruolo sarà completata, i brahmana che non vorranno insegnare agli kshatrya e che quindi non vorranno il varnashrama , chiameranno gli abhakta “i clienti”, e con tale vocabolo definitivo si legheranno alle idee di questi ultimi in modo incontrovertibile. L’acqua da pubblica diventerà privata e, la madre di famiglia, da privata diventerà pubblica.
Alle manifestazioni di Lakshmi, donne e denaro, esempi di Krishna smaranam, verrà conferita una valutazione sempre più adulterata, finché le donne verranno messe a lavorare in maniere inopportune  e la pecunia consisterà in carte di credito caricate numericamente non si sa da chi e con un apparato a barre provvisto di funzioni audio-riceventi. Nell’aspetto di donna, Lakshmi verrà considerata da privare della devozione a Krishna e da impiegare secondo i falsi stereotipi degli asura.
A monte di detta regìa, misteriosa ed internazionale, contro il dharma, rimane però la precedente interconfessionale del dharma, costituita da dee apparentemente rivali (tradizioni religiose), in realtà, però, in shri Krishna   tra loro amiche. Nessuno sa dove esse si riuniscano, perché il Loto del Pensiero di shri Krishna è il luogo loro di incontro.

Kali yuga in persona, ispiratore della massoneria odierna, farisaica, di danava, sa che il mistero con cui egli cerca di coprire la Verità mediante etiche false esiste solo come conseguenza del mistero in cui le sakhi, spontaneamente, ornano la Verità nella bhakti, e teme, Kali yuga, che la Lakshmi vera eclisserà quella falsa da lui illusoriamente propagata; per questo, come Kamsa o come Erode, Kali yuga  cerca di eliminare, in terra, la memoria della civiltà di shri Krishna nei Pascoli di Vrindavana, e siccome è l’età dell’ipocrisia, dell’oro falso e del ferro verniciato di giallo, lo fa con il buonismo dell’istruzione obbligatoria delle scuole e delle televisioni di stato, le quali esortano a riempire i pascoli di lupi e di orsi. Chi gli crederà, naturalmente
respingerà l'idea della protezione del bue; praticamente tutti, oggi, carnivori e non, strillerebbero protestando con veemenza se al mattatoio ci andasse una tigre.

Quei maestri che reputano che una madre debba avere loro “per la parte spirituale” ed il marito “per la parte materiale”, insistendo, subito dopo, dinanzi all' auditorio femminile,  sul dovere di lasciare la materialità cioè la famiglia, per affidarsi solo a Krishna, attraverso di loro, ebbene, quei maestri, non potranno dare conforto, ashrama. Hanno già fallito e non si sa, nella vita prossima , dove andranno.

 I mariti delle gopi sono i gopa, i padri che tornano nelle rispettive case a rendere la testimonianza, alle gopi, di sri Krishna, con Cui essi avevano trascorso i giochi del giorno.
Solo i sahaja vogliono fare intendere come se fossero ostacoli, tali testimoni diretti di shri Krishna; con la loro letteratura e con i loro dipinti, oggi i sahaja hanno praticamente monopolizzato tutto il materiale reperibile, in tema.

Come la meccanizzazione dell'agricoltura è servita a Kali yuga in persona ad eliminare le funzioni del dharma, rappresentato dal bue, così il sahajismo neoindù, appoggiato dalle idee degli anni 'sessanta del secolo scorso, ha escluso il canone estetico dello sringara, necessario per visualizzare le Murti.

Privato della protezione del dharma anche nella forma di protezione del bue, di conseguenza le basi non sorreggono più, e vediamo come le affermazioni di voler rappresentare "una scienza e non una religione" si stiano trasformando nelle pretese di poter snobbare la "religione", parola che significa "relazione", rasa, ovviamente con shri Krishna.
Guardare la religione dal basso all'alto e non dall'alto in basso è in sintonia con il verso dell'umiltà, il terzo nel shri Sikshastaka, che shri Krishna Caitania ci insegnò, cantando: "Trinad api sunicena/ taror api sahishnuna/ amanina manadena/ kirtaniya sada Hari". 

La terra appare nella forma di mucca sia a maharaja Prithu che ai deva convenuti dinanzi a Brahma prima che shri Krishna appaia, così che la terra, nella forma di mucca, si faccia coltivare dal bue. Krishna, al momento del Proprio passaggio con i vitelli, ingenera il bija della rimembranza di Lui nelle coscienze degli esseri, che, nella metafora, fungono da campo, kshetra, di tale bija, o seme. Chi non vuole questo,  compra, con le sue fatiche dannate, un trattore, comparso, alla fine della prima guerra mondiale, in contemporanea alle vittorie del sionismo, del comunismo, del superomismo, della vivisezione, della distruzione della famiglia e della religione, dei mattatoi, del liberismo e del traffico di organi.

I dualisti dipingono i devoti di shri Krishna, Pastore supremo, come integralisti: a ragione, perché  shri Krishna Caitania stesso ci insegna che la fedeltà di chi spera in sri Krishna  può essere solo integrale.


Vaibhava das



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